Geoparco del Cilento e Vallo di Diano

Cari lettori, nei miei primi articoli ho descritto in linea generale i Geoparchi ed i Geositi, che assumono un ruolo di fondamentale importanza nel contesto geologico-paesaggistico del nostro territorio in un’ottica di tutela , valorizzazione e conservazione degli ecosistemi e della biodiversità che essi conservano.

Il geoparco che andrò a descrivere in questo articolo è quello del  Cilento e Vallo di Diano, situato a SE di di Salerno ed appartenente interamente alla stessa provincia. Ha un’estensione di 1.810 km² (181.048,00 ha). Il suddetto parco è stato istituito nel 1991, mentre da poco più di un anno è entrato nel network dei geoparchi europei ricevendo tale riconoscimento dall’UNESCO.

Il Cilento è un territorio molto articolato che vanta un ricco patrimonio geologico caratterizzato da un elevato grado di diversità: troviamo zone collinari a morfologia dolce e le zone costiere e montuose, costituite da rocce sedimentarie che danno luogo ad un panorama dinamico, montuoso e ripido, spesso tagliato da gole profonde che raggiungono rapidamente il mare o degradano gradualmente verso la valle attraversata da grandi fiumi.

Questa zona appartiene al sud dell’Appennino che si è sviluppato tra la fine del Cretaceo e il Pleistocene in conseguenza del interazioni tra la placche europea e quella Africana.

Questo forte contrasto è da attribuire alla lunga storia evolutiva cui questo territorio è stato soggetto ed alla duplice natura geologica : quella del “Flysch del Cilento”, che ha la sua massima diffusione in corrispondenza del bacino idrogeografico del Fiume Alento e dei principali monti del Cilento occidentale, quali il Monte Centaurino (1433 m), e quella delle “rocce calcaree” che costituiscono i complessi montuosi interni (Alburno-Cervati) e meridionali (Monte Bulgheria, Monte Cocuzzo) del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

Monte_Bulgheria
Escursione sul Monte Bulgheria             

Sulla costa alta, il Flysch si caratterizza per la fitta stratificazione delle rocce che talora assumono forme e colori particolari come è possibile riscontrare in località Ripe rosse o nel terrazzo marino di Punta Licosa.

I paesaggi che ne derivano si riconoscono per le morfologie spesso dolci e per la maggiore presenza arborea della macchia mediterranea.
Lasciata la costa nord-occidentale, territorio del Flysch, e inoltrandoci verso l’interno del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, il paesaggio cambia: siamo nel “regno” delle rocce calcaree, al cospetto dei massicci carbonatici degli Alburni e del Cervati. Il paesaggio, modellato dalle forme carsiche, dall’asprezza di taluni versanti segnati da una intensa tettonica e dalle grandi forre scavate da torrenti perennemente in piena, si presenta con un aspetto lunare reso brullo dalla “povertà” dei terreni, anche se, la dove le condizioni del suolo e delle acque lo permettono, esso diventa ricco di boschi mediterranei e faggeti o di prati a lavanda. Caratteristica della geologia di queste rocce sono le forme carsiche, dovute alla dissoluzione del carbonato di calcio che produce erosione e deposizione con formazioni, tra l’altro, di stalattiti e stalagmiti.

Il nostro pianeta offre molti aspetti naturalistici interessanti e affascinanti: forme incredibili, colori meravigliosi, fenomeni impressionanti.
Deserti, montagne, canyon, cascate, vulcani in eruzione creano luoghi di enorme attrattiva che invitano all’avventura. Quale sia la natura e la storia di questi fenomeni e’ un argomento che puo’ diventare lo spunto per intraprendere un viaggio. Il Cilento è  così arcano e suggestivo da prestarsi molto bene ad attività geoturistiche, che includono geoescursioni a piedi ed in mountain bike, trekking e nordic walking.

 

 

 

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